Picking list: cos’è, esempi e best practice per un prelievo senza errori

Nel mondo dell’e-commerce e della logistica uno degli strumenti più sottovalutati ma fondamentali per evitare errori durante il processo di prelievo è la picking list, o pick list.

In questo articolo esploreremo cos’è una picking list, a cosa serve, quali dati deve contenere e come può essere automatizzata per migliorare significativamente la gestione dell’inventario e l’evasione degli ordini.

picking list

Picking list significato: definizione e funzioni chiave

La picking list è un documento, fisico o digitale, che contiene tutte le informazioni necessarie a un operatore di magazzino per effettuare il prelievo dei prodotti destinati a un ordine. In altre parole, si tratta di una guida operativa che consente di recuperare in modo preciso e ordinato gli articoli richiesti, riducendo al minimo gli errori e velocizzando l’intero processo logistico.

La picking list serve a garantire che i prodotti giusti vengano prelevati nella giusta quantità e nel minor tempo possibile. L’efficienza del magazzino si gioca anche in questi dettagli. Una pick list ben strutturata migliora l’accuratezza degli ordini, ottimizza i percorsi di picking e contribuisce a mantenere un elevato livello di servizio.

Dati essenziali di una pick list: SKU, ubicazione, quantità

Per essere efficace, una picklist deve contenere alcuni dati fondamentali. Il primo è lo SKU, ovvero lo Stock Keeping Unit, un codice identificativo univoco per ciascun prodotto. Questo codice consente all’operatore di non confondere articoli simili tra loro e di verificare immediatamente se il prodotto prelevato è quello corretto.

Un altro dato è l’ubicazione fisica del prodotto nel magazzino. Che si tratti di uno scaffale, di una corsia o di un contenitore numerato, l’indicazione precisa della posizione consente di evitare perdite di tempo e ridurre la possibilità di errori. Infine, la quantità è l’informazione che determina il numero di unità da prelevare per ogni SKU elencato nella pick list. Senza questa informazione, il rischio di sottoprelievo o sovraprelievo è elevato.

Metodi di picking: dal wave al batch (e come scegliere)

Esistono diversi metodi di picking e la scelta dipende da vari fattori come il volume degli ordini, la disposizione del magazzino e il tipo di prodotti trattati. Uno dei più comuni è il wave picking, che consiste nel raggruppare più ordini in ondate, ottimizzando il tempo degli operatori e migliorando il coordinamento tra picking e spedizione.

Un’altra tecnica è il batch picking, che permette di prelevare più ordini contemporaneamente, ma solo se contengono gli stessi articoli. Il zone picking, invece, prevede che ogni operatore lavori in una specifica zona del magazzino e prelevi solo gli articoli presenti in quell’area. Il discrete picking è il metodo più semplice, in cui ogni ordine viene prelevato singolarmente. La scelta del metodo più adatto dipende dalle esigenze specifiche del magazzino e dal livello di automazione presente.

Automatizzare la picking list con soluzioni tecnologiche

Affidarsi a una picking list digitale è oggi una scelta strategica per qualsiasi azienda che voglia aumentare l’efficienza operativa. Le soluzioni tecnologiche disponibili sul mercato permettono di generare pick list automatiche in tempo reale, basate sui dati dell’inventario e sugli ordini in ingresso. Questo significa eliminare del tutto gli errori di trascrizione e velocizzare le operazioni di picking.

Grazie a software gestionali integrati e sistemi di warehouse management (WMS), è possibile creare pick list direttamente dalla piattaforma di gestione ordini, aggiornando automaticamente le giacenze e tracciando ogni fase del prelievo.

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Integrazione con gestione inventario ed elaborazione ordini

Una picklist, per essere veramente efficace, deve essere integrata con i sistemi di gestione dell’inventario e dell’elaborazione degli ordini. L’integrazione consente di automatizzare il flusso operativo: dall’arrivo dell’ordine alla generazione della pick list, fino al prelievo e all’aggiornamento delle scorte in tempo reale. I servizi di gestione inventario più avanzati permettono anche di monitorare le performance degli operatori, analizzare i dati storici di prelievo e prevedere eventuali criticità logistiche.

Grazie a soluzioni cloud come quelle offerte da Hubrise, è possibile collegare facilmente il gestionale di magazzino con il punto vendita fisico o l’e-commerce, centralizzando le informazioni e semplificando la logistica multicanale.

Metriche di successo: accuratezza, UPH e lead time

Misurare l’efficacia di una picking list non si limita alla velocità di prelievo. Esistono metriche specifiche che aiutano a valutare la qualità del processo e individuare eventuali aree di miglioramento. La prima è l’accuratezza del picking, ovvero la percentuale di ordini prelevati correttamente al primo tentativo. Una bassa accuratezza è un segnale d’allarme che può indicare problemi nella struttura della pick list o nella formazione degli operatori.

L’UPH (Units Per Hour) misura invece il numero di unità prelevate all’ora da ciascun operatore. Infine, il lead time, ovvero il tempo che intercorre tra il ricevimento dell’ordine e la sua spedizione, è un parametro per valutare la reattività del magazzino e il livello di servizio offerto al cliente.

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