Le opportunità logistiche post-Brexit della zona economica speciale Freeport

Post-Brexit il commercio internazionale con il Regno Unito ha subito profondi cambiamenti. In questo scenario però emergono nuove opportunità per le imprese italiane grazie all’introduzione delle zone economiche speciali, i cosiddetti Freeport.  

Per export manager, imprenditori, operatori doganali e aziende che intrattengono scambi commerciali con il Regno Unito, conoscere i vantaggi fiscali e logistici di queste aree può fare la differenza tra subire le difficoltà dell’uscita dall’UE o trasformarle in leve strategiche di crescita. 

Cosa sono i freeport e come funzionano

I Freeport sono zone economiche speciali situate all’interno del territorio britannico ma soggette a un regime doganale e fiscale privilegiato. Queste aree, localizzate strategicamente nei pressi di porti marittimi o aeroporti, sono state istituite dal governo britannico con l’obiettivo di rilanciare la competitività del Regno Unito come hub logistico globale dopo la Brexit. 

In pratica, le merci possono entrare in un Freeport, essere lavorate, trasformate, stoccate o riesportate senza essere soggette immediatamente a dazi doganali o IVA. Solo se e quando i prodotti lasciano la zona e vengono immessi nel mercato britannico, scattano le eventuali imposte. 

Questo meccanismo offre flessibilità, efficienza e notevoli vantaggi economici per le aziende che importano ed esportano merci attraverso il Regno Unito. 

Zona economica speciale: vantaggi per le aziende 

L’introduzione dei Freeport rappresenta una vera e propria leva strategica per le aziende che commerciano con il Regno Unito. I vantaggi per le imprese sono: 

  • Tempi di sdoganamento più rapidi grazie alla semplificazione burocratica; 
  • Minore esposizione a dazi e IVA in fase di transito delle merci; 
  • Accesso agevolato a incentivi fiscali e finanziamenti locali per progetti di investimento nelle zone speciali; 
  • Ambiente regolamentato ma flessibile, pensato per attrarre capitali e ottimizzare le supply chain. 

I Freeport si rivelano quindi ideali per attività di assemblaggio, reimballaggio, lavorazioni leggere o gestione scorte in attesa di decisione doganale. 

Agevolazioni fiscali e riduzione dei dazi doganali

Tra i principali benefici dei Freeport spiccano le esenzioni fiscali su imposte quali la corporation tax, il dazio doganale e l’IVA per merci importate e riesportate. Inoltre, in molti casi sono previste agevolazioni per l’acquisto di beni strumentali o l’assunzione di personale all’interno delle zone designate. 

Per un export manager o un’azienda italiana che opera con il mercato UK, questo si traduce in maggiore marginalità, competitività sui prezzi e riduzione del capitale immobilizzato in dogana

Benefici logistici: stoccaggio e spedizione semplificati

Dal punto di vista logistico, i Freeport si distinguono per infrastrutture moderne e collegate ai principali snodi di trasporto. Le aziende che scelgono di stabilire un presidio o un deposito doganale all’interno di queste aree possono ottimizzare lo stoccaggio, velocizzare i flussi in ingresso e in uscita, e mantenere una visione centralizzata delle scorte. 

In questo contesto, strumenti tecnologici come SEND2U di Hubrise giocano un ruolo cruciale: grazie a una piattaforma di smart delivery, è possibile automatizzare la selezione del corriere più efficiente per ogni pacco, centralizzare la gestione delle spedizioni e monitorare in tempo reale l’intero processo. 

Come accedere ai freeport nel Regno Unito

Attualmente, il governo britannico ha istituito diverse aree Freeport in tutto il Paese, tra cui Thames, Liverpool City Region, Teesside e East Midlands. Ogni Freeport ha le proprie caratteristiche, partner industriali e specializzazioni logistiche. 

Per accedere ai benefici, le aziende possono: 

  1. Stabilire un presidio operativo (es. magazzino, hub di consolidamento, stabilimento leggero) all’interno della zona Freeport. 
  1. Ottenere l’autorizzazione doganale per operare come depositario all’interno della zona franca. 
  1. Registrarsi presso le autorità britanniche preposte, seguendo procedure agevolate per operatori esteri. 
  1. Collaborare con partner locali per gestire operazioni logistiche in outsourcing (es. fulfilment, reimballaggio, spedizione last mile). 

In quest’ottica, Hubrise rappresenta un partner strategico per tutte le aziende italiane che vogliono approcciare il mercato UK sfruttando i Freeport. Grazie alla sua esperienza in ambito logistica e alla collaborazione con operatori europei come Hermes Fulfilment, Hubrise è in grado di orchestrare supply chain internazionali complesse mantenendo un presidio locale in Italia e un’interfaccia unica per l’export manager

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