CBAM 2025: impatto sui costi logistici e strategie di adeguamento

Nel 2026 entrerà ufficialmente in vigore il CBAM della Commissione Europea, ovvero il Carbon Border Adjustment Mechanism. Questo provvedimento è uno dei più ambiziosi per ridurre le emissioni di CO₂ e proteggere la competitività dell’industria europea.  

Dal 2025 chi si occupa di logistica, supply chain o import/export dovrà affrontare un cambiamento strutturale: il regolamento CBAM non è soltanto una normativa ambientale, ma una vera e propria rivoluzione nel modo in cui si gestiscono flussi internazionali di merci. 

CBAM EU: obiettivi e regolamento

L’obiettivo principale del CBAM EU è quello di evitare la delocalizzazione delle emissioni, ovvero la cosiddetta “fuga del carbonio”, che si verifica quando le aziende spostano la produzione in Paesi con normative ambientali più deboli. Per far fronte a questo rischio, la CBAM Commissione Europea ha introdotto un meccanismo che equipara le condizioni tra produttori europei e stranieri. Di conseguenza chi importa in Europa dovrà acquistare certificati di emissione per compensare l’impatto ambientale dei prodotti acquistati da Paesi extra-UE. 

Il regolamento CBAM entrerà pienamente in vigore nel 2026, ma già dal 2025 sarà obbligatorio iniziare a raccogliere dati dettagliati sulle emissioni incorporate nei beni importati, come acciaio, cemento, fertilizzanti, idrogeno e alluminio. Il monitoraggio delle emissioni diventerà parte integrante della documentazione doganale, imponendo nuove procedure a carico delle aziende. 

L’impatto del CBAM sui costi logistici

L’implementazione del CBAM impatterà direttamente sui costi logistici. Le imprese europee che importano merci da Paesi non soggetti a un sistema equivalente all’ETS dovranno sostenere costi aggiuntivi legati all’acquisto dei certificati CBAM. A ciò si aggiungeranno oneri burocratici, costi di adeguamento tecnologico e di gestione documentale. Il carico amministrativo aumenterà e, con esso, la necessità di disporre di sistemi digitali in grado di tracciare le emissioni lungo tutta la supply chain

In un settore già segnato dall’instabilità dei costi energetici e dai colli di bottiglia logistici, il regolamento CBAM rischia di aumentare ulteriormente la pressione su margini e tempi di consegna. Per questo è fondamentale iniziare fin da subito a prepararsi. 

Come il CBAM influenzerà spedizioni e trasporti

Oltre all’impatto sui costi, il CBAM EU influenzerà anche le scelte operative. Le rotte internazionali dovranno essere ripensate: il trasporto marittimo di lunga distanza, per esempio, potrebbe diventare economicamente meno vantaggioso per merci soggette a elevate emissioni incorporate. Di conseguenza, molte aziende potrebbero preferire fornitori geograficamente più vicini o modalità di trasporto a minore impatto ambientale. 

Anche i rapporti con i corrieri e gli spedizionieri cambieranno. Sarà necessario lavorare con partner capaci di fornire dati precisi sulle emissioni, garantire una tracciabilità completa del flusso logistico e supportare la compliance al regolamento CBAM con soluzioni digitali avanzate. 

Strategie di adeguamento per le aziende

Per non farsi cogliere impreparati, i professionisti della logistica e della supply chain affrontare il CBAM in maniera strategica e non considerarlo solo un obbligo normativo.  

Come ottimizzare la supply chain per ridurre i costi

La prima azione concreta che un’azienda può mettere in atto è la revisione dei fornitori. Privilegiare Paesi con regole ambientali simili a quelle dell’UE significa ridurre il costo dei certificati CBAM. Inoltre, sarà necessario anche investire in sistemi digitali per la tracciabilità delle emissioni, che partano dal punto di origine delle merci fino alla loro destinazione finale. 

Una supply chain digitalizzata permette di raccogliere i dati richiesti dal CBAM EU in modo automatizzato, eliminando errori e rallentamenti. La centralizzazione della logistica consente inoltre di ottimizzare le rotte, ridurre il numero di trasbordi e utilizzare in modo più efficiente le modalità di trasporto più sostenibili.Riorganizzare la catena logistica in un’ottica ambientale e operativa non solo aiuta a rispettare il regolamento CBAM, ma può diventare un driver di efficienza e competitività. 

Servizi di spedizione: come prepararsi alle nuove regole

Per gestire al meglio la transizione, è fondamentale affidarsi a partner tecnologici e logistici capaci di supportare l’azienda in modo integrato. Un esempio è SEND2U di Hubrise, la piattaforma di smart delivery pensata per ottimizzare la gestione delle spedizioni eCommerce. 

Con SEND2U, ogni spedizione viene assegnata al corriere più efficiente in base a parametri personalizzati, che possono includere anche performance ambientali. Questo consente non solo di ridurre i costi fino al 17%, ma anche di avere pieno controllo sul ciclo di vita della spedizione, con tracciamento in tempo reale, gestione delle eccezioni e automazione dei flussi operativi. 

SEND2U è integrabile con OMS, ERP e sistemi di tracciabilità delle emissioni. Inoltre, grazie alla sua compatibilità con partner logistici europei come Hermes Fulfilment, rappresenta una soluzione già pronta per affrontare gli standard richiesti dalla CBAM Commissione Europea

In un contesto in cui la logistica sarà sempre più vincolata a requisiti ambientali e normativi, strumenti come SEND2U permettono alle aziende di anticipare il cambiamento, garantire continuità operativa e trasformare il CBAM in un’opportunità di modernizzazione e crescita. 

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